Lambrate, i Doves, Chanel, gli sbagli di una vita.

Biblioteca di Lambrate, un campo, dei giardinieri che lavorano un minuto sì e venti no, un trattore che sembra un carro armato.
Il sole che prende e poi se ne va e poi ritorna, senza avvertire. Come se lui potesse tutto.
Quest’anno si è fatto attendere fin troppo.
La stazione sullo sfondo, qualche piccione che cerca da mangiare, penso che se ci fosse la Fede si metterebbe urlare.
Lei soffre i piccioni tanto quanto io soffro i ragni.
Ma lei non c’è. E fortunatamente neanche i ragni.
Fa freddo, ho le gambe nude ma due maglioni addosso, mi guardo intorno e sono tutti in maglietta che fumano e sorridono.
Non mi ci trovo proprio, in questo posto.
Attacco i Doves nell’ipod.
Vorrei buttarmi anch’io nei cornfields e lasciarmi andare.
Mi sento spaesata, Caught by the river è una di quelle canzoni che ti farebbero prendere e andare via, senza meta, senza bagagli, senza niente.
Solo che poi non lo fai mai.
Ripensi a tutti i progetti che hai fatto, e che sono restati lì, nel cassetto delle speranze, stracolmo di aria.
Stracolmo di niente.

Ti invade quella sensazione di aver sbagliato tutto sempre.
Prendere ogni tanto la strada sbagliata aiuta a crescere, ma prenderla sempre ti demolisce dentro.
Ti annienta ad un punto tale che ti ritrovi sommerso dalle tue stesse macerie.
Pensi che pur di non provare dolore hai eliminato ogni emozione dentro di te.
La preoccupazione più grande di questa settimana è stata se tradire Dior e Burberry con Chanel, c’è quello smalto.. e quel rossetto, che anche se non sopporti i cambiamenti, quasi quasi un pensierino ce lo fai.
E ce lo fai davvero.
Solo che pensi solo a quello, al modo di riempire tutti quei buchi che hai dentro.

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