Titolo “In the heart of the sea”, e al (mio) cuore ci è arrivato davvero – Il nuovo film di Ron Howard

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Un sabato sera come tanti, passato a chiudersi in un cinema, come tanto amiamo fare io e R., specialmente con l’arrivo del freddo.
Abbiamo visto il nuovo film firmato quel pazzo di Ron Howard sulla storia vera che ha ispirato Moby Dick, cioé quella della baleniera Essex affondata da un grande capodoglio agli ‘estremi del mondo’, come amavano ripetere nel film.
Estremi del mondo = Oceano Pacifico. 1800.
Titolo “In the heart of the sea”, e al (mio) cuore ci è arrivato davvero.

Premetto che il film l’ho stranamente fatto scegliere a R., non avevo nemmeno visto il trailer, sono andata alla cassa del cinema a dire “Il film su Moby Dick”, come un italiano medio qualunque.
Diciamo che a Ron Howard preferisco Woody Allen, i fratelli Coen, Van Sant e via dicendo, mi aspettavo uno dei suoi soliti film spettacolari, che ti tengono attaccato alla sedia ma che poi, di insegnamenti per la tua vita, la vita reale, ne lasciano pochi per i miei gusti.
Ed invece sono uscita da quella sala (imax, in 3D, non vedevo un film in 3D da secoli, pur avendo una tv apposta a casa!) con un peso sul cuore.
Non un fardello, semplicemente un peso, un insegnamento.
Un pezzo in più.

Girando per il web leggo questo commento:
“Non ha mai un respiro ampio da grande film d’avventura e non riesce a trasformare in simbolo il rapporto tra la balena e il protagonista.”
E mi sembra così assurdo che il significato del film non sia riuscito ad arrivare a qualcuno, era così ovvio, spiattellato in faccia degli spettatori nella sua più cruda verità!

Non è un film di avventura, ma di scoperta.
E il simbolo è il rapporto dell’uomo con se stesso e con ciò che lo circonda. L’importanza che fin troppo spesso dimentichiamo di dare a quello che va oltre il nostro naso, oggi, nell’epoca digitale così come 200 anni fa.

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Il ruolo della balena, comunque, è stato fondamentale, perché ha permesso al protagonista (un Chris Hemsworth quasi sempre mezzo nudo, per la gioia di noi donne, e anche di tanti maschietti..) di capire.
Howard è riuscito a darle un’impronta umana, inquadrando occhi pieni di vita e di consapevolezza, fino al culmine, all’ultimo sguardo tra i due. Senza svelare cosa succede in quell’attimo, così importante da cambiare la vita di Owen Chase per sempre.

Tutti i personaggi sono cresciuti. Probabilmente risulta banale dire che sono tornati diversi da com’erano partiti, ma è un cambiamento che passa anche attraverso le nostre vene, le ossa.
Un viaggio che a molti di loro è costata la vita, spesso proprio per scelta loro, dopo aver capito i loro limiti, consapevoli che non sarebbero potuti andare oltre.
Ed è questo che mi ha colpito di più: la consapevolezza dei propri limiti, e le inevitabili conseguenze disastrose per l’anima.
Sarà che una volta, quella consapevolezza l’ho provata anch’io, pur non essendo naufragata nell’Oceano.
Ed è struggente sapere di non poter andare oltre. Di volerlo più di qualsiasi altra cosa, ma di non poterlo fare.

Siamo esseri umani, anche se a volte lo dimentichiamo.

HEART OF THE SEA

Trailer In the heart of the sea

 

4 risposte a “Titolo “In the heart of the sea”, e al (mio) cuore ci è arrivato davvero – Il nuovo film di Ron Howard

  1. Anon "Links? Didn't you take any history cl;o&es?squstaHe wanted links for the benefit of the majority of his posters who are not well-educated and consequently know little about history, except for a few such as ab, CF, etc. So thanks Anon. Hopefully those links will help many on this blog to know a little more history.

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