È partito tutto da un pentolone pieno di frutta e rum.
E figurarsi se tra ananas, banane e rum scelgo le banane. (Non fossi stata in pubblico avrei probabilmente scelto le banane, comunque.)
Rum.
Ogni goccia per ogni lacrima che verso per te.
Poi D. mi ha offerto la sangria e allora giù di sangria e poi dai ordiniamone ancora e versiamola nel pentolone che tanto è vuoto e non possiamo permetterlo.
Sangria.
Tutti i sorrisi che mi hai strappato e ti sei tenuto.
Se non fosse stato per tutto quell’alcol ti avrei cercato. Sarei tornata. Dicevi sempre che ero troppo strana, troppo diversa, vedi, stavolta avrei fatto come fanno tutti. Saresti stato orgoglioso di me.
Ma quei due neuroni che abitano il mio cervello, in preda a vomito e balli sfrenati (nonché piuttosto imbarazzanti), mi hanno detto: “Se proprio devi fare una cazzata, falla con qualcuno che vuole farla insieme a te.”
(Apro una parentesi sulle perle di saggezza che sforno quando sono ubriaca. Ciao Jim Morrison spiattellato tra le pagine del diario di seconda media, ciao.)
Penso comunque sottintendessero che dovessi sbattermi qualcuno nei bagni del locale. Non ho più l’età per fare certe cose in bagni pubblici ricoperti dagli avanzi di un sabato sera qualunque.
Tornata a casa, con la testa che pulsava, la voglia di piangere non in grado di esplodere, mi sono guardata allo specchio. E tra il rendere orgoglioso te o me, per una volta, ho scelto me.
Piccoli grandi passi. Giulia inizia a camminare. Forse.
E brava Giulia. Jim Morrison in seconda media, troppo avanti!
"Mi piace""Mi piace"