Un tempo molto lontano, quando ero ancora un’adolescente tanto carina e tanto innocente, credevo che col tempo le persone migliorassero.
Per forza devono migliorare. Per forza.
Beata incoscienza di vita.
Non c’è mai limite al peggio.
E infatti.
C’è quella sottile differenza tra un ventenne che quando vuole scoparti, ti prende e ti scopa, ed un quarantenne che quando vuole (presumibilmente) scoparti, te lo dice e poi sparisce.
Quando ti dicono che il tuo sguardo è così potente ed ipnotico che loro non riescono a reggerlo, e poi spariscono.
Quando ti dicono che ti fanno sapere, e poi spariscono.
Si giustificano dicendoti che tu eri troppo ed è per questo che si sono allontanati, e poi spariscono ancora.
(E ti dicono sempre che tu sei troppo per loro ma mai che loro sono troppo poco per te.)
Uomini così insoddisfatti della propria vita da accontentarsi di qualche parolina lontanamente volgare, per poi rinchiudersi in bagno pensando al tuo sguardo così penetrante e soprattutto (ovviamente) unico, e tornare subito dopo dalle loro fidanzate che gliela concedono, se va bene, una volta al mese nella posizione del missionario.
Ero piuttosto convinta che una persona, anzi, un uomo, adulto ed (apparentemente) educato, potesse insegnarmi qualcosa, farmi crescere.
E invece sono sempre io ad insegnarmi qualcosa e a farmi crescere.
Purtroppo non sei la sola. Ma ho appreso due perle (che avevo pensato, ma mai esteriorizzato così nitidamente come hai fatto) che spero di ricordarmi di ricordare (“E ti dicono sempre che tu sei troppo per loro ma mai che loro sono troppo poco per te”. “E invece sono sempre io ad insegnarmi qualcosa e a farmi crescere”.)
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Ciao Giulia, nn ci conosciamo ma giuro, hai descritto un essere che conosco alla perfezione.
Maledetto
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Mi sa, ahimè, che di esseri così ne ho descritti tanti.
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