Ascoltare Johnny Cash in piena notte, mentre qualche cane abbaia in sottofondo a chissà chi, le luci spente, gli occhi stanchi ma con il cuore che non riesce a riposare, beh, mi spezza il cuore.
A dire il vero ascoltare Johnny Cash mi spezza il cuore sempre, anche quando sono per strada persa tra la folla. Ma quando sono sola di più.
Ripenso a tutto quello che ho perso, e che forse non ho nemmeno mai avuto.
A tutte quelle cose, oggetti o persone, che credevo di possedere e invece erano solo nella mia testa.
Poi penso a te.
Ti penso sempre.
Ma non te la do la soddisfazione di fartelo sapere. Non stavolta. E nemmeno le prossime volte.
Non dopo quello che ho saputo.
Mi hanno sempre detto che eri tu quello sbagliato. Non io.
Dopo gli ultimi avvenimenti, oltre dello sbagliato, ti hanno dato anche del malato, sottolineando che con uno del genere era inevitabile finisse così.
Tu non c’entri niente, mi dicono sempre tutti.
Ok, rispondo io. Se lo dite voi. Voi sapete sempre tutto. Perché non devo crederci.
E per un po’ magari ci credo anche.
Poi torno in me, sento che da quando non ci sei tu non ci sono più nemmeno io. Sospiro, vado avanti. Come sempre.