La religione è l’oppio dei popoli, ma anche il ciclo non scherza.

ROMA: ALEMANNO, ACCETTIAMO SCONFITTA

Il volto della disperazione.

Oggi pensavo che ho il ciclo da tre giorni, con un ritardo di due. Quindi, se la matematica non è un’opinione e io non sono così capra come invece penso, sono ben cinque giorni che sono chiusa in casa. 

Ed è anche ponte. Ed è stato anche bello! Da non credere.
L’unica sera che sono uscita (venerdì) ho beccato pioggia.
Quindi cercate di capire il mio disagio, ho già iniziato a ciondolarmi sulla sedia avanti e indietro come gli autistici. O come Elia, l’outsider della mia classe del liceo. Mi sento molto vicino a lui in questo momento.
Avrei bisogno di un suo abbraccio.
ELIA DOVE SEI.

Avrei potuto fare tante di quelle cose, in questi giorni, che non riuscirei neanche ad elencarle.
Ho ricevuto tante di quelle proposte sessuali che voi non ve lo immaginate neanche. E tu glielo dici, che sanguini, ma a loro non interessa. Tu glielo dici, che soffri e non riesci neanche a spingerti fino alla cucina, e lo sanno quanto quel luogo sia sacro per te, ma loro non capiscono.
E finisci per schiaffeggarti maledicendo il giorno in cui sei nata donna.

A cosa serve uscire con cinque uomini contemporaneamente se non te ne puoi fare neanche uno. 
A cosa.
A COSA.
 

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