“Non sono mai stata solitaria, né da sola, né con qualcun altro; ma mi sarebbe piaciuto in fondo essere solitaria.
Solitudine significa: ‘Finalmente sono tutto’. Adesso posso dirlo perché oggi finalmente sono davvero sola. Bisognerà finirla prima o poi con il caso.
Non so se ci sia un fine, ma so che ci deve essere una decisione, è necessario che tu decida.”
Il cielo sopra Berlino.
Questo film lo vidi per caso quando avevo undici anni, sui sedili posteriori della Volvo di mio padre, un giorno di fine luglio, mentre stavamo andando a Saint-Tropez. Presi un po’ di dvd di mio fratello da guardare nel lettore portatile durante il viaggio, ero ancora piccola e non mi veniva mal di testa per ogni minima distrazione.
Fu qualcosa di immenso, e, per quanto potessi essere già matura ed intelligente all’età di undici anni, capii che fosse qualcosa che non potevo capire del tutto.
Questo film mi ha cambiato la vita. Ha cambiato il modo in cui guardo le cose, in cui credo nelle cose.
La mia smisurata passione per il cinema è nata da questo film.
E, forse, anche la mia smisurata passione per la vita.
Anche se considero il tempo una malattia e spesso faccio fatica a decidere.
Questa frase “Non so se ci sia un fine, ma so che ci deve essere una decisione” la sento molto mia in questo periodo…
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