La mia vita riassunta in tre semplici parole:
Un fottuto casino.
Esci con uno e gli racconti degli altri.
È curioso, dice.
Boh.
Racconto come la penso. Forse troppo.
La fase del pensare eccessivo l’abbiamo superata, dai Giulia. Quella del non riuscire a stare mai zitta però no.
Esulta. Mi fa il filo un 45enne, allora non è il più vecchio, lui, che di anni ne ha quaranta.
Ye!
Tu, comunque, ci stai anche bene. Ti diverti pure. I miracoli della vita.
Poi però ti senti in colpa, non è giusto, pensi. Ma per chi? Per uno che non si ricorda nemmeno come fai di nome?
Cerchi una scappatella, ma la risposta è comunque sì.
Allora vai via e ripercorri quelle strade che non fai da mesi. Tutti i tuoi punti di riferimento spariti.
Pensi che ce la puoi fare, dici agli altri di tirare fuori le palle e poi sei la prima a nasconderle.
Vado.
Più mi avvicino a quei posti più inizio ad avere paura.
No, non ce la faccio, devo tornare indietro. La storia della mia vita.
Percorro stradine e viette sconosciute che boh, Milano credi sempre di conoscerla e invece.
E comunque in quei posti ci son finita.
Uno schiaffo in piena faccia. Poi pugni, lividi, stamattina mi sono guardata allo specchio ed erano ancora lì.
Sono lì da mesi.
Scappo. Devo andare via.
Inizio a correre, poi mi fermo e mi accorgo che non sento niente.
Non capisco se mi hai ucciso o se te ne sei andato, da dentro.
Punto sulla prima.
Punto sempre sulla prima.
Penso che anche se ha appena piovuto e fa un po’ freddo, si sente l’arrivo dell’estate.
Mi tornano in mente tutti i progetti che avevamo in piedi. Troppo fragili, con gambe di legno, costruite male e da principianti, messe su troppo in fretta.
Stavolta l’ho capito davvero, che tu non torni più.