Quando la (non) preparazione per un esame ti fonde definitivamente il cervello.

Ma io dico, risparmiarsi guerre mondiali, fredde e stermini vari in modo da far vivere serenamente gli studenti, no?
Alle 7 di stamattina ero così.
Peccato che siano le 12.33 e io non abbia ancora aperto libro da quando sono sveglia (e tendenzialmente da tutta la vita).

Non so come mi saltino in testa certe idee, ma io venerdì ho deciso di dare un esame domani. Un esame lungo, difficile, che in pochissimi passano, che bisogna studiare tutto e perfettamente, e poi la storia, io, l’ho sempre odiata.
Ma sono fortemente convinta di esser stata particolarmente fuori di me, venerdì. Da Biancolatte, oltre alla panna, nel caffè devono averci messo qualche stimolante, eccitante, che già di mio sono esuberante come una lattina di coca con mentos, ci mancava pure questo.
Fuoriditestaismo verificabile dal fatto che venerdì mi sono fatta non una, ma ben due foto. E io odio farmi foto. (A differenza di quanto si possa pensare andando sul mio profilo di instagram, che delle ultime sei foto, cinque sono della mia faccia.)
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Nella prima ho aggiunto giusto quei quindici filtri per nascondermi (tentativo fallito miseramente), nell’altra ho detto, vabbè, la bruttezza si giustifica dall’idiozia della faccia.

Detto ciò, ho bisogno di caffè.

(Però quegli occhiali sono fighissimi. Ammettetelo.)

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