Ieri è stata una di quelle giornate che poi se le racconti in giro non ci crede nessuno.
A parte che già svegliandomi così avrei dovuto capire tutto. Cosa ti aspetti da una che alle 9 di mattina è così.
Giusto perché non ho mai niente da fare, ho accompagnato mia madre a Monza dal commercialista. Ovviamente il 10 di luglio, dopo un mese di sole, non ti aspetti che venga a piovere proprio mentre metti piede fuori casa, e ovviamente senza ombrello.
E invece.
Per tagliare strada, perché guai fare venti metri in più, siamo entrate da Zara, dopo averci pensato bene.
Camminare di più o confondersi con i plebei? Essere o non essere?
Pur avendo 22 anni, ne dimostro il quintuplo. Una volta, in un campeggio in Norvegia (sì, CAMPEGGIO. ma erano altri tempi) ho conosciuto due 88enni hippie più arzilli di me quando di anni ne avevo 9.
Quindi ho optato per il mischiarmi nella folla, che tanto non rischio di macchiare la mia dignità, a Monza, chi mi conosce.
Entro, e ho l’illuminazione delle illuminazioni.
Un giubbotto in pseudo pelle che neanche il peggior hipster.
Tempo trentadue secondi ed ero già alla cassa, con mia madre che mi guardava schifata e che si rifiutava di tirare fuori il portafoglio.
Ora, qui i punti fondamentali sono tre:
– ho comprato da Zara
– ho comprato IN SALDO (ben 61%)
– ho comprato una roba in plastica simil pelle che neanche i peggio barboni accampati tra l’Odeon e la Rinascente. Che oltretutto, ammetto, mi va anche largo, ma quando ho preso la S per provarlo ho incastrato la cerniera con i fili e ho rovinato metà giubotto. “Ok, niente S, mamma, scappiamo.” 007 style.
Però io amo i contrasti e già me lo immagino sopra un vestito bianco e degli adorabili tronchetti 16 cm che ho preso lo scorso inverno.
Ed il mio amato rossetto Dior Rouge 999. Il rosso per eccellenza. Alla faccia di Chiara che considera il rossetto rosso da battona.
(Che sia un messaggio neanche tanto indiretto, visto che io lo uso sempre?)
Comunque, momento traumatico della vita: tempo di pagare, cerco il mio adorato iphone nella borsa e non lo trovo.
Calma e sangue freddo, Giulia. Quante volte ti è capitato.
Poi la calma e il sangue freddo sono andati a farsi fottere dopo che, svuotando la borsa, non l’ho trovato.
Pianti, urla, mia madre che mi diceva di stare calma e allora piangevo e urlavo ancora di più, che lei non può capire cosa si prova, a vedersi scivolare via tutta la propria vita in una frazione di secondo.
Brutta roba la dipendenza.
Ho pensato che, ecco, lo sapevo, è un segno, io non devo fare ste cose, comprare in saldo, ma da quando, dai Giulia, cristo, sti colpi di testa.
Comunque, avendo ancora un briciolo di dignità, evito di dire dov’era finito l’iphone.
Evento positivo della giornata invece è che poi sono tornata nella mia Milano e ho pranzato da Panino Giusto, diventando major su foursquare e ottenendo panini e caffè gratis.
Volevo ufficialmente fare ciao alla mia dieta.
Poi, sempre per la serie ciao dieta, delle amiche mi hanno obbligato ad uscire per festeggiare il mio tanto amato compleanno, cosa facciamo, prenotiamo per un aperitivo all’aperto, e cosa succede? Fulmini e saette, ovviamente.
Altro evento traumatico quasi quanto la perdita momentanea del’iphone, torno a casa distrutta dopo una giornata così faticosa, perché cosa vuoi che ne sappiano i lavoratori della fatica vera, e mi trovo UN GRILLO in camera mia, che saltella come se fosse di sua proprietà.
Ma come ti permetti.
Un grillo, giuro.
Già me lo immagino, di notte, zampettarmi addosso e finirmi in bocca. Mauro mi ha chiesto perché mai dovrebbe finire proprio lì. La mia bocca attira tutti, gli ho detto io.
Risultato: sveglio padre e madre urlando, loro non riescono a trovarlo e finisco a dormire in camera di mio fratello, e visto che non vive più con noi, c’era ancora il piumone, che non ho avuto le forze di spostare.
Quindi stanotte ho fatto la sauna e la farò fino a quando non vedrò con i miei occhi quel maledetto grillo spiaccicato su una ciabatta.
Un grillo, capite, tutte a me.
Trovatela una persona più sfigata.