Paris – parte seconda.

Sono tornata da una settimana ed è stato tipo il dramma della vita. Poi magari più tardi mi rompo un’unghia e diventa quello il dramma della vita, ma per ora è questo.
Lo è da giorni.
E Francesco quando serve non c’è mai. Uomini.

Mi manca il ragazzo di Starbucks che dopo quattro giorni ancora rideva perché non sapeva scrivere Giulia sul cartoncino del cappuccio, manco mi chiamassi Astrkabalà.
Mi manca la gentilezza del personale del solito hotel a cui ho chiesto “la solita stanza” sbagliando però numero e chiedendo inconsapevolmente una superior quando ho pagato per una base, e che mi hanno dato quella stanza con due docce senza alzare il prezzo perché è sempre un piacere quando un cliente torna. Soprattutto se il cliente sono io.
Mi mancano anche se gli chiedevo di parlare inglese e mi parlavano in francese.
Mi mancano i francesi.
Anche se non sanno cosa sia un giapponese decente.
Mi manca Parigi.
Mi manca sdraiarmi sul letto e mangiare una baguette al salmone affumicato con i Depeche Mode in sottofondo.

Ho bisogno di cioccolato. Di quello potente.

2 risposte a “Paris – parte seconda.

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