La mia ultima visita all’Expo: Giappone (ebbene sì), Padiglione Zero, Slovenia


Lo so, mi sono fermata, ma dopo gli eventi di Parigi qualcosa dentro di me è cambiato, e mi ha sconvolto così tanto da togliermi le parole. A me! Che parlo sempre, che scrivo sempre, anche e soprattutto nei momenti difficili. Ma provare a ricominciare è doveroso, sapendo che niente è come prima, ritrovando il cambiamento anche negli occhi degli altri. Di tutti gli altri.

Così, da oggi tornerò ad essere operativa, e prima finirò l’argomento Expo.
È passato meno di un mese dalla sua fine ma a me sembra già una vita!

Non potevo comunque tralasciare un post così importante, parlerò infatti del tanto chiacchierato padiglione del Giappone!

Ebbene sì, l’ho visitato facendomi 3 ore e 45 di coda, contate anche che la visita dura 50 minuti, insomma, un parto.
Il padiglione è bellissimo e ultra tecnologico, ma non mi ha dato quello stupore che mi hanno dato altri, forse perché, con tutto quel tempo di attesa, sono entrata che non vedevo l’ora di uscire e non me lo sono goduto come avrei dovuto e voluto.
Il tema del padiglione era l’armonia, ed è proprio questo quello che ha trasmesso: equilibrio in ogni cosa, nello stile di vita, nell’arte, così come nel cibo (che io conosco bene, eheh).
Ineguagliabili gli ologrammi: entrati in quella stanza ci si perdeva, completamente. Si entrava in un mondo nuovo, diverso, e magico.
Tanta tecnologia, soprattutto alla fine, con uno spettacolo di dieci minuti in un ristorante multimediale: apparecchiato di tutto punto,  sceglievi i cibi che preferivi e te li venivano spiegati.
Io, che amo quella cucina, ho imparato cose nuove!

Nota: i giapponesi sono tanto teneri ed eccentrici. 


  
  
    
    
    
    

     



 
Slovenia

Piccolo ma molto ricco, tutti i prodotti tipici del Paese: dall’acqua purissima ai vari tipi di miele!


  
  




   

Concludo con quello che era l’inizio e il senso di Expo: il Padiglione Zero:

Ci sono stata in estate, grazie al cielo! Almeno lì ho evitato la coda chilometrica.
È letteralmente immenso. Spazi così grandi da non riuscire a fotografarli!
Si entra subito in una maestosa libreria altissima, roba che neanche Harry Potter.. Mi ha davvero sconvolto!
Nella sala successiva un video semplice ma toccante. Poi, rappresentazioni di animali, a significare quello che mangiamo, con la spiegazione di come viene elaborato il cibo.
Ancora più interessante il passaggio tra rurale e industrale, con le città che più hanno portato il cambiamento (tra cui Crespi d’Adda, in cui andavo in gita da piccola.. Wow..).
D’effetto, invece, la Borsa del Cibo che riprende, ovviamente, Wall Street. Per terminare, poi, con una montagna di cibo sprecato di cui ognuno di noi è colpevole e che, spero, abbia fatto pensare in molti.


    
    
   

 
  

Con questo, ho finito (finalmente!) la spiegazione dei vari padiglioni. Nei prossimi giorni il secondo post sul cibo e uno conclusivo con le mie impressioni sull’Expo, la mia seconda casa per sei mesi. 🙂

Una risposta a “La mia ultima visita all’Expo: Giappone (ebbene sì), Padiglione Zero, Slovenia

  1. Pingback: Addio 2015, la mia esperienza all’Expo in oltre una quindicina di visite | Giulia Violante·

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