28 anni da qualche giorno, i capelli un po’ più scuri, le prime rughe.
E anche le seconde.
Però se alla Magnani piacevano, posso farmele andar bene anch’io. Forse.
Fare 28 anni per me ha significato fare un passo indietro, ammettere di avere più conti in sospeso con me stessa di quanto credessi.
Che i miei tempi non corrispondono mai con quelli degli altri.
Che certi fantasmi sono duri a morire, e la strada è ancora tutta in salita.
Ma tant’è, sono sempre qui, a bruciare cotolette surgelate in padella.
Sempre alle prese con le mie battaglie quotidiane.
La cosa che più mi ha fatto rendere conto di essere cresciuta (maturata, forse) è stata la voglia, l’esigenza quasi viscerale di studiare la storia.
Per trovare risposte a quello che succede oggi e che riguarda ognuno di noi.
E se tornassi indietro, la prima cosa che direi alla me sedicenne è “Studia. Studia tutto, Manzoni, le equazioni di centoventisettesimo grado, evita di lasciare le verifiche in bianco per protesta, che poi, protesta di cosa. Ma, prima di tutto, studia la storia.”
Ho imparato a battermi per quello in cui credo, sentendomi spesso dire di lasciar perdere, di passarci sopra, di godermi un po’ di più la vita, che alcune cose nemmeno mi riguardano, e di tutta risposta ho alzato ancora di più la voce.
La mia sensibilità mi complica spesso le cose, ma mi auguro di non perderla mai, perché è ciò che mi fa sentire umana.
Spesso incompresa, un pesce fuor d’acqua tra la gente, ma non riuscirei ad immaginarmi diversa da così.
28 anni, e sempre alla ricerca di un equilibrio tra me e il mondo.
Se hai fatto una tinta più scura ai capelli da poco… potrebbe essere questo il motivo per cui noti di più i segni di espressione sul viso! ☺
(Mi rifiuto di chiamarle rughe se hai solo 28 anni!) 😊
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