Dalle stelle alle stalle. Da Gianni Sibilla ad un noir del 1946.

Fare qualcosa – qualsiasi cosa, il venerdì, è quasi vietato per legge. Non è ancora week end, ma allo stesso tempo lo è già.
Non ho mai fatto niente, il venerdì, per ben ventuno anni.
(Non che gli altri giorni mi dedichi a chissà quali attività istruttive, ma il venerdì ancora meno.)
Ecco, il niente per ventun’anni. Poi è arrivato il secondo anno di università e il corso di critica ed estetica del cinema.
Interessantissimo, utilissimo, ma non alle 9 di venerdì mattina e soprattutto non per un intero pomeriggio, dopo un’intera mattinata di lezione. Il venerdì. Per di più.
Ripeto da due ore, ininterrottamente, come un automa, che in una vita passata devo aver commesso un genocidio per essermi meritata questo.
Qualsiasi cosa, il venerdì pomeriggio, viene considerata ripugnante. I noir, poi, che sono già ripugnanti di loro, figurati.
Del 1946, non ne parliamo.

Rimpiango von Stroheim. E ce ne vuole.
Non si può neanche dormire, se ti metti in prima fila. E io mi metto sempre in prima fila. (Colpa delle manie di controllo, non è che voglio fare la sgargiante secchiona. No. Certo.)

Fortuna che poi hai quei corsi che ti fanno amare qualsiasi cosa. Modalità da occhietti a cuoricino.
Poi se il corso lo tiene Gianni Sibilla, i cuoricini si moltiplicano all’infinito.
La musica nelle serie tv.
Oggi abbiamo parlato/discusso/pianto (almeno, io sicuramente) guardando i season finale dei telefilm più geniali di sempre.
Dopo che è partito Brothers&Sisters non sono più riuscita a trattenere le lacrime.

Poi mi mettono Jeff Buckley, e poi mi mettono gli Snow Patrol, il mio secondo gruppo preferito, associato alla serie che mi ha strappato più lacrime in assoluto (Grey’s Anatomy), poi mi mettono How I met your mother. Poi mi mettono di tutto e io piango per tutto. E’ una vita durissima.

Ma tutto questo per arrivare ad un punto fondamentale.
Il mio telefilm preferito, secondo solo a Friends.
La serie migliore che sia mai stata creata.
Californication, sì.
Esorcizzo con questo finale tutta la perfezione che cerco incessantemente di raggiungere e che non ho mai ottenuto.

E’ pure uscito il sole, giusto in tempo per morire.
Vai di Stones.
Sipario.