Oggi in biblioteca, mentre ero fuori che facevo pausa (da quando ho iniziato l’università la mia vita è un’infinita ed interminabile pausa, ma comunque), al tavolo accanto al mio c’erano due neo diplomati che parlavano del loro futuro.
Uno vuole fare economia, ma dice che la Bocconi non gli ha fatto una bella impressione.
Contando che di questi tempi il nome è tutto, il nostro neo diplomato non dispone di abbastanza cash.
Dice che lui vuole frequentare tutto. Vuole imparare, vuole mettere la testa a posto, poi l’università è un ambiente nuovo.
Sorrido. Un po’ rido anche.
Quanto mi manca quell’innocenza, quell’ingenuità.
Fondamentalmente tanto quanto mi manca quell’estate tra liceo e università in cui ho fatto meno di niente e avevo tutto. Amici, mare, sesso.
Non mi mancava niente.
Eppure ho deciso di complicarmi la vita iscrivendomi all’università.
Vammi a capire.